giovedì 14 agosto 2014

Diari dal sottosuolo

È con grande piacere che ospito l'ultima tappa del blog tour dedicato all'antologia Diari dal sottosuolo. Come ho già sottolineato più volte, quello del concorso letterario Racconti Chrysalide è stato un progetto che ho fortemente voluto e contribuito a portare avanti, quindi sono contento che Diario di pensieri persi (al tempo in giuria per la valutazione dei racconti urban fantasy) abbia raccolto i racconti dei suoi finalisti creando una sorta di connessione con il lavoro svolto da noi tutti nel 2013.

È sempre bello quando tante strade si intersecano e poi si espandono. Quando un progetto nato da poco più di due pagine non smette di arricchirsi ed evolversi. Specie se, come in questo caso, abbiamo per le mani un risultato di notevole qualità, concepito per chi la narrativa fantastica la scrive, la legge, la vive.


Tra i contenuti di questa ultima tappa sono certo che troverete molto interessante l'incipit del racconto Pandora di Giacomo Bernini (vincitore sezione urban fantasy nel concorso Chrysalide). A seguire, un'intervista all'autore condotta da Valentina "Dazed" Di Martino e qualche info sull'antologia. Buona lettura!

Pandora

Pandora, un misterioso oggetto nero che non deve essere aperto. Gli Amon, sfere luminose che compaiono tra le strade trafficate di Roma. Cosa sono? Cosa vogliono dalla Terra? Solo Fabrizio sa tutte le risposte, ma per risolvere il problema non basta la conoscenza: serve il coraggio di affrontare un domani incerto e pieno di rischi. Arriverà Sara a stravolgere il suo mondo.

L’aria fresca era un piacevole ricordo dell’inverno che la primavera di quest’anno non voleva dimenticare. Fabri zio si concentrò, chiudendo gli occhi. “Sinistra.” Seguì l’indicazione e si incamminò, con passo sostenuto ma non af frettato. Diede un’occhiata agli enormi caratteri digitali del Suunto allacciato al polso. 16:17, aveva ancora ventidue minuti, tutto il tempo del mondo.

Entrò nella Tiburtina. La solita folla di persone occupava i larghi marciapiedi, resi più stretti dalle onnipresenti bancarelle. Vestiti, giocattoli, scarpe. Fabrizio sapeva che era una scena ri proposta in tanti quartieri di Roma, tale e quale, ma lì, a ridosso delle quattro corsie di macchine che sfrecciavano di continuo, comprare una t-shirt dalla dubbia provenienza sembrava avere ancora meno senso. 

Si intrufolò nel traffico di ragazze e ragazzi, anziane e anzia ni, signori con il cane e signore con la busta della spesa, chie dendo permesso quando qualcuno si fermava davanti ai negozi che si alternavano ai lati del marciapiede. Vestiti, kebab, scarpe. Qualche farmacia. 

Dopo un paio di minuti imboccò una traversa, passò oltre una pasticceria e l’ennesimo negozio di scarpe e si fermò. Era arrivato, come al solito, con un quarto d’ora di anticipo. “Le precauzioni non sono mai troppe.” 
Si infilò un auricolare e avviò la riproduzione casuale del suo S3. Osservò un capannello di ragazzi in motorino discutere a gran voce dall’altra parte della strada, poi, a metà della quarta canzone, rimise a posto lo smartphone e si concentrò. 
In un primo momento sentì solo il sibilo, acuto ma ancora lontano. Poi un fascio luminoso, come un raggio di sole, com parve da dietro l’edificio alle sue spalle e si allungò davanti a lui, terminando con un singolo puntino al centro della carreggiata. 
Fabrizio lasciò il marciapiede superando la Ford grigia par cheggiata lì. Non si avvicinò oltre, non voleva aspettare in mez zo alla strada. 
Il fascio di luce, bianchissimo, iniziò a colorarsi. Giallo pal lido, giallo, arancione. Quando raggiunse il rosso, una sagoma, simile a una sfera con corti tentacoli, comparve alla estremità del raggio. Assomigliava a un piccolo sole: dopotutto proveniva da lì, per questo li aveva chiamati Amon. 
Nessuno si girò. Nessuno si accorse di nulla. Nessuno vede va quello che lui stava vedendo. 
Fece due rapidi passi in avanti. Il raggio assunse un colore rosso acceso, e la sfera, da evanescente qual era, sembrò gonfiar si e solidificarsi, come un palloncino. 
“Ora.” 
Con la mano destra afferrò l’estremità del raggio agganciata all’Amon e, quando sentì il proprio corpo fondersi con la sfera, tirò forte. Il piccolo sole si staccò dal filamento che l’aveva gene rato, restò sospeso in aria per un unico istante, quindi scompar ve. Dopo qualche secondo anche il raggio sparì nel nulla.
Il suono di un clacson riportò Fabrizio alla realtà. Si spo stò e tornò sul marciapiede, dopo aver incassato un accorato li mortacci tua. Guardò ancora una volta l’orologio: le 16:41. “Ho fatto presto oggi.” Tornò a casa, sperando di riuscire a salvare il mondo prima di cena anche il giorno seguente.

Intervista a Giacomo Bernini. Di Valentina Di Martino

Ciao Giacomo! Che piacere averti sulla nostra panchina! Prima di tutto, chi è Giacomo Bernini?

È un piacere per me accomodarmi qui. Beh, domanda complessa, Giacomo nella sua vita normale lavora per una software house, mentre in quella secondaria inventa storie. O forse è il contrario, non l’ho mai capito bene.
Nonostante la giovane età (concedimelo dai, ho passato i trenta da poco), ha pubblicato alcuni racconti in diverse antologie, raccogliendo premi e soddisfazioni qua e là. Ha ottenuto il riconoscimento più grande proprio con la vittoria del concorso Chrysalide e la successiva pubblicazione con Mondadori.
Adesso si sta preparando per il passo successivo.

Sei arrivato a Diari del Sottosuolo, partecipando al concorso Chrysalide. Tra le varie sfaccettature dello Urban fantasy, tu hai scelto la parte più sci.fi, se vogliamo. A cosa ti sei ispirato?

Nel mio background c’è sicuramente molta fantascienza, insieme a fantasy, horror e fantastico in generale.
In realtà però mi sono lasciato trasportare dal fiume cinematografico di film sui supereroi (tema molto vicino all’urban fantasy, secondo la mia opinione), e i supereroi hanno sempre strizzato l’occhio alla fantascienza. Anche quando sono poco super, come il mio Fabrizio.

Per la storia, invece, tento sempre di basarmi su idee originali. Certo, mi piace molto inserire rimandi storici e a leggende che più o meno conosciamo, e anche in questo caso non ho potuto farne a meno, citando il vaso di Pandora e Amon, il dio egizio del sole. Ma l’idea su cui si fonda il racconto, questa minaccia che si presenta con puntualità ogni singolo giorno senza essere mai davvero debellata, non ha “genitori” riconosciuti.

Il protagonista del tuo racconto, diventa involontariamente un eroe. Le sue reazioni, sono biografiche o ti saresti comportato diversamente?

Ho vissuto diversi anni a Tiburtina, a Roma, quindi fin qui le storie combaciano. Per il resto ho tentato di generalizzare il personaggio il più possibile.
In Pandora il tema principale è la paura di affrontare il domani. Quante volte ci siamo lamentati di qualcosa che non va nella nostra vita, senza poi fare nulla per cambiarla? Spesso è solo questione di coraggio. È più semplice evitare un problema e rimandarlo, piuttosto che affrontarlo. Credo sia una paura che appartiene a tutti. E quindi sì, anche a me.
E credo anche che spesso ci sia bisogno di qualcosa o qualcuno per spingerci ad affrontare il domani. Rimanendo in tema di supereroi, è qualcosa che assomiglia all'esatto contrario della kryptonite. In Pandora, c’è Sara.

Che differenza trovi tra l'approcciare la narrazione in forma di racconto e in forma di romanzo?

Le differenze sono molte. Innanzitutto i personaggi: in un racconto devono essere pochi, pochissimi, mentre in un romanzo vanno sviluppati anche in senso verticale. Difficilmente il protagonista visto nelle prime pagine sarà uguale a quello che esce dall’ultimo capitolo.
Poi la storia: un racconto non potrà mai raggiungere la complessità della trama che può essere elaborata per un romanzo, ma ha dalla sua il vantaggio di poter essere costruito su una o due idee vincenti, o un colpo di scena finale verso cui il lettore viene portato.
La cosa più importante in un racconto breve, a mio parere, è il ritmo. Ogni paragrafo va studiato con attenzione per accompagnare il lettore attraverso le pagine, dall’inizio sino al finale, come una melodia preparata con cura. A pensarci bene, un racconto va considerato alla stregua di una canzone: dura solo qualche minuto, ma può restarti dentro per sempre.

Ho letto che nel tuo imminente futuro c'è un romanzo scritto a quattro mani. Ce ne parli? 

Dopo tanti racconti raggiungo finalmente il mondo del romanzo. A settembre uscirà Città senza Eroi, edito da Ute Libri (e sì, anche qui, come in Pandora, si gioca sul ribaltamento del concetto classico di eroe).
È un mix di generi, sospeso tra fantasy, fantascienza, thriller e pulp. Gli esseri umani hanno dovuto accettare l’integrazione forzata con esseri fantastici provenienti da un’altra dimensione, ma la diffidenza e la violenza stanno dilaniando la Città. Il futuro del mondo è nelle mani di un pugno di personaggi, i quali, come recita la quarta di copertina, Possono salvare la Città. O distruggerla.
Nel romanzo c’è tanta azione e tanto sarcasmo, in una trama studiata e mai banale, frutto del lavoro congiunto tra me e Roberto Gerilli: scrivere a quattro mani non è semplice, ma ci ha dato grandi soddisfazioni!

Ci consigli un libro, una canzone e un film?

Con piacere. Per rimanere in tema antologia, suggerisco una qualunque raccolta di racconti di Asimov, un must per chiunque voglia avvicinarsi alla fantascienza. Magari assicuratevi che siano incluse alcune perle memorabili, come L’ultima rispostaChiazze verdi o Coltura microbica.


Per gustare un po’ di sano pulp, invece, vi consiglio uno dei miei film preferiti: Snatch, di Guy Ritchie, che vi terrà incollati allo schermo dal primo all’ultimo minuto.
Per la canzone, infine, mi affido alla bellissima New Born dei Muse. E sulle sue note vi saluto!

Diari dal sottosuolo: qualche dettaglio


L'agghiacciante nenia di una sirena assetata di sangue. Una giovane strega desiderosa di vendetta che invoca demoni oscuri. Un uomo disposto a tutto pur di ricordare il suo passato. Città immaginarie, portali che separano il quotidiano dall'incubo. Echi provenienti dall'abisso dell'animo umano e che affiorano minacciosi come ombre. Tra le pagine di questi racconti, tutto può accadere. Una straordinaria antologia che coglie con un unico sguardo il mondo del sovrannaturale. Diari dal Sottosuolo ci inizia al perturbante confronto con un universo dalle tinte cupe e dai labili confini, quello dello Urban Fantasy, nel quale risuonano le voci di dieci talentuosi autori italiani che credono nella suggestione del diverso e nel fascino dell'orrore.

Stefania Auci - La mamma fantasma
Sabrina Grappeggia Bernard - Gercai e le catene della libertà
Giacomo Bernini - Pandora
Romina Casagrande - Sirene
Gisella Laterza - Sogni perduti e birra scura
Laura MacLem - Parcheggio Riservato
Giulia Marengo - Artù
Loredana La Puma - La Notte del Destino
Eugenio Saguatti - Nati nel buio
Federica Soprani - Dancing with Roger

Maggiori informazioni sulla pagina Facebook di DIARIO DI PENSIERI PERSI

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