"La fantasia è una forza della natura.
Non basta questo a riempire un uomo di estasi?
Fantasia, fantasia, fantasia."
(Saul Bellow, Il re della pioggia)
Non basta questo a riempire un uomo di estasi?
Fantasia, fantasia, fantasia."
(Saul Bellow, Il re della pioggia)
Art by Sandara |
Comprenderete anche voi, specie dopo aver esplorato le origini della narrativa fantastica, come sia difficile fornire una definizione chiara ed essenziale del Fantasy senza tralasciare elementi giudicati importanti dall'uno o dall'altro.
Limitiamoci, solo per un istante, a considerarlo come una versione moderna del genere epico e mitologico. Come le leggende e le avventure dalle quali ha tratto spunto, però, anche questo genere ha subito una notevole evoluzione che lo ha portato a espandersi non solo in tutte le possibili forme (cinema, fumetti, oggettistica, giochi di ruolo, videogiochi, albi illustrati) ma anche in una serie di correnti letterarie le cui differenze sono spesso – quantomeno agli occhi di un lettore comune – minime.
Quelle che prenderemo in considerazione – e in certi casi accorperemo, per facilitarne la comprensione – sono frutto di una selezione di chi scrive. Per un approfondimento ancora più completo sarà sufficiente navigare in una delle enciclopedie più vaste e celebri del web, Wikipedia, dove alla voce “Fantasy” i sottogeneri fantastici sono stati categorizzati in tutti i loro dettagli e le loro sfumature.
Alfonso Zarbo
Fantasy classico ed eroico: seconda parte
Nella prima parte dell'approfondimento abbiamo visto come, dopo la spinta orrorifica di Howard Phillips Lovecraft e l'eroicità di Robert Ervin Howard, il testimone passi in seguito a John Ronald Reuel Tolkien e Clive Staples Lewis.
Ma come si può riconoscere il Fantasy classico rispetto a quello eroico? Gianfranco Manfredi
spiega che nel Fantasy classico è di fondamentale importanza la
ricerca di un oggetto sacro, miracoloso e magico (l'Anello del
potere, certo, ma anche il Santo Graal, il Vello d’oro, ecc.). Il
tortuoso cammino alla ricerca di questo oggetto è anche un percorso
spirituale, nel corso del quale il cercatore non si limita a
sfruttare le sue abilità, ma le affina; non è virtuoso fin dal
principio, ma migliora per diventare degno del proprio scopo. Spesso
si tratta di un individuo comune che nel corso dell'avventura
incontra personaggi con il suo stesso interesse. La ricerca diventa
così collettiva; e se il male è rappresentato come forza oscura e
tirannica, a fargli da contrasto è quasi sempre una comunità degli
“ultimi e degli esclusi”.
Sono
stati in molti a percorrere la stessa strada di Tolkien: “Quando
esplose la popolarità del Signore
degli Anelli, negli anni
Sessanta e nei primi anni Settanta” spiega l'opinionista Gabe
Chouinard, “nessuno sapeva
bene cosa fare. Si trattava di un fenomeno di culto basato su una
trilogia di romanzi assolutamente
differenti da tutto il resto, e
gli editori non sapevano come trasformare in denaro questa
popolarità. Iniziarono ad apparire riedizioni di lavori trascurati
da tempo: Edgar Rice Burroughs,
Robert Ervin Howard,
Eric Rücker Eddison.
Furono tutti divorati dal pubblico che aveva letto Tolkien e ne
voleva ancora, ancora, ancora”.
Dovranno
aspettare fino al 1977, con La
spada di Shannara, di Terry
Brooks (ed è interessante sapere che, proprio in questo periodo, MTV si sta dando da fare per adattare questo ciclo fantasy in serie TV). Elfi, nani, uomini,
Mortombre, un misterioso druido e una terra fantastica strappata
dallo stesso tessuto della Terra di Mezzo. È esattamente ciò che
desideravano i lettori e che ha continuato a prosperare a lungo nelle
opere di David Eddings,
tra i primi a sfruttare l’archetipo
del ragazzo qualsiasi che si trasforma in salvatore del mondo.
Anche
se molto affezionati al genere, siamo d'accordo con Chouinard quando
sostiene che “non è mai stato
creato nel Fantasy classico un altro mondo che potesse rivaleggiare
con la Terra di Mezzo per
originalità, ampiezza o individualità. Anche se probabilmente la
cosa non è stata intenzionale, ogni mondo creato finora non è altro
che una pallida, debole ombra della Terra di Mezzo.”
Questo
non significa che non esistano romanzi validi di appartenenza al
genere. Si tratta delle opere appartenenti a quegli autori in grado
di seguire lo spirito di Tolkien più che le sue orme, puntando sulla
capacità di sorprendere, di rielaborare e di padroneggiare uno stile
proprio, senza abbandonare per questo il tanto apprezzato Fantasy di
“vecchio stampo”.
E
se Herbie Brennan
e Terry Pratchett
ci hanno sorpreso con i loro romanzi umoristici, autori come Markus
Heitz, Bernhard
Hennen, Stan
Nicholls e R.A.
Salvatore hanno preferito
concentrarsi su una razza peculiare del Fantasy classico, tra nani,
elfi, orchi e drow (elfi scuri, dai capelli bianchi e dalla pelle nera
come l'ebano). Christopher
Paolini e Licia
Troisi danno ampio risalto ai
cavalieri di draghi e ci catapultano in un mondo dove si respira
ancora il fascino della Terra di Mezzo. Si tratta di universi con
un'ampiezza tale da offrire tutte
le possibili occasioni all'avventura, con una geografia
inverosimile che accumula ogni genere di paesaggi dentro uno spazio
completamente racchiuso in una mappa: foreste, paludi, deserti
assolati, ghiacciai, lande nebbiose e cunicoli sotterranei.
Megalopoli labirintiche si alternano a villaggi di capanne, città
portuali e rocche fortificate.
Drizzt Do'Urden di R.A. Salvatore |
È
impossibile dimenticare Alan D.
Altieri, David
Gemmell, Robert Jordan, Michael Moorcock e,
ovviamente, George R.R. Martin quando si pone l'attenzione alla frangia più cruda e realistica del filone letterario. Spesso si tratta di un Fantasy più vicino al romanzo storico, senza elfi e nani, a favore di una più vivida rappresentazione della realtà fantastica narrata. Al fianco di Joe Abercrombie, Mariangela Cerrino,
Steven Erickson,
Robin Hobb,
Wolfgang Hohlbein, Mark Lawrence e Andrzej Sapkowski,
sono tutti autori che hanno offerto un approccio più maturo al
genere.
Immancabili, così come per la letteratura delle origini, le trasposizioni cinematografiche sul grande e piccolo schermo delle opere di Fantasy classico ed eroico. E non senza suscitare, in alcuni casi, la disapprovazione da parte degli autori stessi. Diceva Michael Ende, dopo la prima della Storia Infinita: “Auguro la peste ai produttori. Mi hanno ingannato: quello che mi hanno fatto è una sozzura a livello umano, un tradimento a quello artistico”.
Difficile definire quali possano essere considerati a tutti gli effetti film Fantasy e quali no: la storia ha attinto così tante volte dalle leggende che anche produzioni come King Arthur, L'ultima Legione, Troy e molti altre si immergono in un mondo al confine tra la vero-somiglianza e l'immaginazione, unendosi alle file di Conan il Barbaro, Highlander, Lady Hawke, Il re Scorpione, Solomon Kane, John Carter, A game of thrones e, naturalmente, delle trilogie legate a Il Signore degli Anelli e a Lo Hobbit.
Leggi anche...
LE ORIGINI DEL FANTASY - 1. Gilgamesh
LE ORIGINI DEL FANTASY - 2. L'epica greca
LE ORIGINI DEL FANTASY - 3. La mitologia nordica
LE ORIGINI DEL FANTASY - 4. I miti celtici e irlandesi
LE ORIGINI DEL FANTASY - 5. L'epica medievale
LE ORIGINI DEL FANTASY - 6. La fiaba
LE ORIGINI DEL FANTASY - 7. Tra Settecento e Novecento
Biografia
Alfonso Zarbo si occupa di narrativa fantastica dal 2009. Appassionato di storia, musica metal e serie TV, collabora con Fantasy Magazine ed è stato curatore di antologie e romanzi per la piccola editoria. Ora gestisce il blog e i social network della collana Chrysalide per Mondadori Ragazzi e lavora come consulente sul Trono di spade per la redazione Oscar Mondadori.
alfonsozarbowriter.blogspot.it
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