venerdì 24 gennaio 2014

Le lame dell'Africa e dell'Asia

Quante spade esistono al mondo? Di sicuro potreste chiederlo al (buon) vecchio zio Martin, al quale basterebbe staccare gli occhi dal monitor per dare un'occhiata al proprio trono. Nel frattempo, durante una ricerca per un mio scritto ambientato nel deserto, mi sono imbattuto in una vera e propria "rastrelliera digitale" di lame esotiche e orientali.
Il merito di nomenclature e spiegazioni va a L'immagine del guerriero. Attraverso Europa, Africa, un saggio di Maurizio Martinelli e della Regione Toscana disponibile gratis online. 



AFRICA


Flissa


Nell'Algeria settentrionale, i Cabili impiegano ancora una particolare sciabola a dorso dritto e lama espansa verso la punta, la Flissa, con ornati astratti contro il malocchio.

Koummiya


 Il pugnale marocchino Koummiya, dall'impugnatura che termina a coda di pavone come alcune daghe italiane del Cinquecento, viene esibito al fianco sinistro appeso a un cordone.

Kuba


La principale spada da combattimento dei Kuba, dall'estremità espansa e arrotondata. Il re del XVII secolo che la introdusse, per limitarne la pericolosità decretò che fosse priva di punta e che, in tempo di pace, dovesse essere sempre avvolta in un panno, misura che ancora oggi viene osservata.

Ngulu


I Poto e i Mongo usavano un grande coltello a un filo, detto Ngulu, la cui estremità terminava a forma di falce. Alcuni colonizzatori diffusero la notizia che venisse utilizzato per comminare la decapitazione; in realtà anche quest’arma aveva un grande valore economico e veniva usata sia per fini cerimoniali che come insegna di prestigio personale.

Nimsha



In Marocco è diffusa una particolare spada, la Nimsha, che simboleggia l’eclettismo della cultura musulmana locale: essa fonde un’impugnatura asimmetrica locale che sembra riprodurre una testa di cavallo stilizzata a una guardia metallica a quattro bracci ispirata alle spade spagnole del XVI secolo.

Takouba


Strabone parla dei tuareg come di guerrieri armati di lance tutte in ferro e di particolari scudi detti “di pelle di struzzo”, in realtà in pelle di gazzella trattata con latte e guscio d’uovo di struzzo fino a renderla invulnerabile alle armi da taglio. Tipica dei Tuareg è la Takouba, una spada dritta a due fili realizzata con lame europee. 


Proprio la Takouba, col pugnale Telek dall’impugnatura a tre punte detta “croce di Agades”, era riservata esclusivamente ai predoni/nobili.


ASIA

L’Asia, ancora più dell’Africa, è un vero caleidoscopio di culture e di tradizioni estremamente diverse e molto spesso di antichissima origine. La complessa storia delle civiltà che vi hanno avuto sede si accompagna a immagini di guerriero molto diverse nello spazio e nel tempo: dal saraceno al cacciatore di teste birmano, dal
samurai giapponese all’arciere mongolo.

Char-aina (armatura)


 L’armatura tipica del mondo islamico è quella ispirata al tipo persiano della cosiddetta Char-aina, ovvero “quattro specchi”: si tratta di quattro piastre curve incernierate, di cui due più ampie proteggono il petto e la schiena, mentre altre due più piccole e spesso scavate all'ascella proteggono i fianchi. Una cotta di maglia sino alle ginocchia e talora dei pantaloni nello stesso materiale proteggono il resto del corpo, integrati da cubitiere per gli avambracci e da un elmetto a calotta con una punta alla sommità e circondato da un camaglio di maglia metallica. 

Firangi



In India era presente la spada dritta detta
 Firangi, ovvero “straniera”, proveniente quasi integralmente dai commerci con l’Europa. La sua larga guardia in lamina era imbottita, e il pomo degli esemplari dalle lame curve o seghettate era dotato di un lungo spuntone posteriore, che garantisse l’uso a due mani. 

Jian


Nel mondo cinese, tra le spade degne di nota vanno menzionate sicuramente le
 Jian, lame dritte a due fili appena convergenti dall’impugnatura ovoidale e dalla piccola guardia in ottone lavorata, come le eleganti applicazioni metalliche sui foderi.

Ke-tri



Nel mondo tibetano sono diffuse, con l’arco, delle armi bianche come il
Ke-tri, una breve spada dritta dall'impugnatura rifinita in ottone e abbellita di coralli e di turchesi, come il fodero.

Khandjar


La Persia fu probabilmente la culla del tipico pugnale curvo islamico dall’impugnatura a clessidra, il Khandjar, apparso nel XV secolo e diffusosi poi in una variante più lunga nell'impero ottomano, nel Caucaso, e in India.

Kukhri



Il Kukhri è un coltello a un filo con lama curva e filo falcato dalla parte interna. Tutt’oggi caratterizza le forze speciali britanniche Gurkha; la sua particolare forma permette di appesantire il colpo e di aumentare la capacità di taglio, impiegata sia nella foresta, che nella caccia e in guerra.

Mandau


Nel Borneo, i Dayak (tagliatori di teste) impiegavano il Mandau, con un’impugnatura a “L” acuta sormontata da ciuffi di capelli, trofeo dei nemici uccisi. Protetti solo da corsetti di fibra tratta dalla scorza d’albero e da scudi di legno, i guerrieri di questa zona d’Asia erano particolarmente aggressivi anche se poco organizzati.

Pata, Katar e Bichwa



Tipicamente indiano è il Pata, una spada dritta che al posto dell’impugnatura terminava in un mezzo guanto in acciaio, dotato di una barra trasversale interna per l’impugnatura.


Questo sistema di afferrare l’arma ritorna in una delle più eleganti armi indiane, il Katar, formato da una lama triangolare che poteva essere sorretta per sferrare colpi attraverso il pugno. 


Non meno singolare era il Bichwa (“scorpione”), arma da combattimento corpo a corpo simile a un tirapugni da serrare preferibilmente nella mano o sul braccio sinistri, dotata di una o due lame laterali affiancate per sferrare colpi trancianti.

Pech-qabz


Il Pech-qabz veniva utilizzato in Persia con l'intento di perforare le protezioni di maglia metallica degli avversari grazie a una lama dalla sezione a “T” molto appuntita.

Qama


All'interno dell’impero ottomano islamizzato, nei territori come quelli tra l'area caucasica e i Balcani, erano presenti armi d’altra tradizione che trovarono fortuna, come il
Qama o Kindjal, una daga a fili paralleli e punta triangolare, senza guardia e molto robusta, probabilmente legata al gladio romano.

Shamshir


In Persia le armi bianche si distinguono per un’eleganza e una qualità tecnica ineguagliata nel resto del Medio Oriente. Caratteristica è la scimitarra Shamshir 
 ("coda di leone"), dall’impugnatura curva e dalla guardia a crociera, diffusasi tra 300 e 400 sino a diventare la tipica sciabola dell’esercito ottomano nella versione con impugnatura a pistola.

Tanto


In Giappone, accanto alla Katana si aggiungono la Wakizashi, la spada lunga tra i 30 e i 60 cm circa, e i Tanto, coltelli inferiori ai 30 cm.

Bellissime, vero? E pensare che ne ho selezionate solo alcune. Al prossimo romanzo avrete l'imbarazzo della scelta! 
Stay Fantasy and rock'n'roll to hell,
Alfonso 

martedì 14 gennaio 2014

Consigli di scrittura: la parola a Ray Bradbury, Neil Gaiman, Stephen King, Joe Lansdale and others

A volte pure i Grandi esitano. Mettono in discussione quello che scrivono, cercano una rotta tra fiumi fitti di regole e parole.

Un dubbio, un confronto: chi ci ha preceduto può essersela vista peggio di noi, dandoci quanto meno il sollievo di non essere gli unici paranoici di fronte alla tastiera.

Il più degli autori suggerisce di leggere tanto e scrivere con regolarità. Sono consigli basilari, fondamentali e spero anche risaputi. Chissà che tra i sottostanti, invece, non scopriate qualcosa di nuovo! 

RAY BRADBURY

Iniziate scrivendo testi brevi. L'ansia è comune in coloro che si avviano nel mondo della scrittura. Bradbury consiglia di essere pazienti e di non iniziare un romanzo: è preferibile partire scrivendo racconti brevi e imparare l’arte. Se ci si imbarca sulla scrittura di un romanzo è difficile sapere come sarà il risultato finale. Invece, se si scrive testi brevi, si può vedere il risultato alla fine della settimana e l’autostima ne trarrà beneficio.



Scrivi la prima cosa che ti viene in mente. Se la mente è completamente vuota è perché si sta facendo qualcosa di sbagliato e non ci si sta divertendo. Allora è consigliabile tornare alla linea di pensiero in cui eravate prima di perdere l'ispirazione. 

NEIL GAIMAN

Ricordati: quando qualcuno ti dice che qualcosa non va o a suo parere non funziona, ha quasi sempre ragione. Quando ti dice esattamente cos'è che non va secondo lui e come dovresti aggiustarlo, ha quasi sempre torto. 



La regola principale della scrittura è che, se hai abbastanza sicurezza e fiducia, puoi fare tutto quello che ti pare (questa potrebbe essere una regola sia per la vita che per la scrittura. Ma per la scrittura funziona davvero).

STEPHEN KING

Arriva al punto. Non perdere tempo, non annoiare il tuo lettore con introduzioni infinite e aneddoti sulla tua vita. Cerca di ridurre le parole inutili. Cerca di arrivare al punto prima che il lettore perda la pazienza. 



Sii credibile. I personaggi di Stephen King sono credibili perché hanno lati buoni e cattivi. Perché hanno difetti, passioni, paure, debolezze. Questo meccanismo crea un forte legame con il lettore che si affeziona ai protagonisti dei suoi romanzi.

JOE LANSDALE

Dimenticati l’ispirazione. Sei tu la tua musa. Se scrivi la musa si rinforza e arriva ogni giorno.



Non permettere ad alcuna regola di governarti. Eccetto quella del leggere e dello scrivere.

ELMORE LEONARD

Mai iniziare un libro parlando del tempo. Se è solo per creare atmosfera, e non una reazione del personaggio alle condizioni climatiche, non andrai molto lontano. Il lettore è pronto a saltare le pagine per cercare le persone.


Cerca di omettere le parti che i lettori tendono a saltare. Pensa a cosa salteresti leggendo un racconto: fitti paragrafi che trovi abbiano troppe parole. 

HARUKI MURAKAMI

Date musicalità al testo. Lo stile di un romanzo dovrebbe avere un’ottima qualità musicale. Anche senza leggere ad alta voce, il lettore dovrebbe riconoscere la sua sonorità profonda. 



GEORGE ORWELL

Non usate una parola lunga quando è possibile usarne una corta.



Se è possibile tagliare una parola, tagliatela sempre.

CHUCK PALAHNIUK

Non aver paura di sperimentare nuove forme narrative e temporali. La mia personale teoria è che i lettori di oggi disdegnano molti libri non perché questi lettori siano più stupidi di quelli del passato, ma perché sono più intelligenti. Il cinema ci ha resi molto sofisticati riguardo alla narrazione. Il tuo pubblico è più difficile da scioccare di quanto tu possa immaginare. 



Quando sei bloccato, torna indietro e leggi le prime scene, cerca personaggi dimenticati o dettagli da riutilizzare come assi nella manica.

Non forzare né affrettare la fine di una storia o di un libro. Tutto ciò che devi conoscere è la scena successiva, o poche scene successive. Non devi conoscere ogni momento fino al finale. Se così fosse, scrivere sarà noioso da morire.

KURT VONNEGUT

Ogni personaggio che si rispetti deve volere qualcosa, fosse anche solo un bicchiere d’acqua.

Ogni frase deve fare una di queste due cose: rivelare un personaggio o portare avanti l’azione.