giovedì 28 settembre 2017

Maiuscole e minuscole. Cosa ne pensano i grandi editori

Si scrive Paese o paese? Guerra Fredda o Guerra fredda? Mar Mediterraneo o mar Mediterraneo? La lingua italiana si evolve in fretta, e così il pensiero di autori, editori e lettori. Ma come si adattano le grandi case editrici?


Sono in molti, tra i grandi editori, a sostenere che l’uso del maiuscolo è in costante regresso. E sono molti i casi in cui ormai viene usata l’iniziale minuscola.

Qualche esempio pratico: cariche, titoli nobiliari, ecclesiastici, accademici e militari – come ministro, presidente, re, vescovo, papa, professore, generale – sono meglio in minuscolo a meno che non si trovino in un contesto marcatamente ufficiale.

In minuscolo anche san, santo, santa quando indicano la persona: “il patrono d’Italia è san Francesco”. Ma San Francesco quando fa parte del nome proprio di una chiesa, di una località, di una via. Un caso divertente che mi è capitato tra le mani negli ultimi mesi è stato quello del San Bernardo. Il cane. Quello va maiuscolo, sì. Alla faccia del santo.

E i nomi propri geografici?

Possono essere in minuscolo se non fanno parte della denominazione di luogo (cioè se il nome proprio basta da solo a identificare il luogo geografico). 


Semplificando, visto che mar Mediterraneo è conosciuto anche solo come il Mediterraneo, "mar" sarà più corretto in minuscolo. Rigorosamente in maiuscolo, invece, Mar Nero, Mare del Nord; Monte Bianco, Monte Rosa o Capo di Buona Speranza.

In maiuscolo anche Golfo di Napoli, Lago Maggiore, Lago o lago di Garda (il Garda). Ma anche qui, quando parliamo di golfo o di lago, sia i testi di narrativa che molti testi di saggistica non “specifici” (guide turistiche o saggi geografici) utilizzano prevalentemente l’iniziale minuscola.

Tranquillo: se stai pensando di essere finito in un campo di battaglia, non hai tutti i torti!
Ma arriviamo in fondo.


La questione si fa più difficile quando dobbiamo scrivere le parole Stato, Paese (inteso come nazione), Camera (dei deputati), 
Senato e Parlamento, Corte (di Carlomagno, d’appello): in maiuscolo per evitare ambiguità di significato. Chiesa va scritto in maiuscolo quando s’intende l’istituzione; Terra quando si indica il pianeta; idem per Luna e Sole quando inseriti in un contesto astronomico, come nomi propri di corpi celesti. 

Alcuni editori, tuttavia, come Piemme, scrivono "stato" e "paese" sempre con l’iniziale minuscola, in tutti i significati.

Tutti d’accordo, invece, sulle denominazioni antonomastiche (Vecchio Mondo, Terzo Mondo, Grande Guerra e Guerra Fredda, ma Prima/Seconda guerra mondiale) e sui nomi di secoli, età, periodi storici, preistorici ed ere geologiche: il Novecento, il Secolo dei Lumi, gli anni Sessanta, la Controriforma, il Rinascimento, il Neolitico.

In Sperling & Kupfer - e io sono d'accordo - quando i nomi appena elencati sono accompagnati da un aggettivo, quest’ultimo andrà minuscolo (il Risorgimento italiano).

Fate attenzione ai sostantivi tedeschi, sempre con iniziale maiuscola tranne quelli ormai entrati nell'uso comune della lingua italiana (lager, leitmotiv), e alle parole Madame, Monsieur, Lord, Lady, Sir con le varie abbreviazioni in Mme, Mlle, M., Mr, Mrs (da notare che solo l’abbreviazione di Monsieur va puntata).

E il maiuscoletto? Ah, dannato lui!


Si usa per tutte le sigle che ancora attualmente vengono percepite come tali: FBI, FAO, ONU ma Fiat (anche se alcuni editori come Sperling preferiscono tutte le scritte maiuscole e senza puntini: USA, CIA, FIAT); per la riproduzione di scritte che appaiono su cartelli, biglietti ecc. (sulla porta campeggiava un cartello con la scritta VIETATO L’INGRESSO. – Trovò sul tavolo un biglietto: TORNO SUBITO. LAURA).*


Insomma, quando parliamo di uniformazioni entriamo in un mondo di mezze verità, e per esperienza personale mi sento di dire che tutto è fondamentalmente corretto purché si tenti di spiegarlo con criterio e sia uniforme nel testo. Se sei un autore in cerca del grande editore, tranquillo: maiuscole e minuscole non faranno certo la differenza. 

No? Chissà...

( © Alfonso Zarbo: consulente Oscar Mondadori, editor freelance, social manager) https://www.linkedin.com/in/alfonsozarbo/

* Qui il M.TTO non è inseribile. Prendi per buono il maiuscolo, con un piccolo sforzo d’immaginazione!

domenica 24 settembre 2017

3 strategie (con)vincenti per proporsi agli editori

Tre strade possibili per avvicinarsi al sogno della pubblicazione.


Come ogni cosa, avanza a piccoli passi. Puoi cominciare ampliando la tua rete di contatti sui gruppi e sulle pagine Facebook. Molti editor amano tenersi aggiornati il più possibile ovunque si parli di libri e di scrittura. Instaurare un rapporto d'amicizia e di rispetto reciproco grazie alle passioni in comune è il primo passo per farsi notare... senza chiedere nulla in cambio. Come suggeriva in questi giorni Marco Monty Montemagno, imprenditore e appassionato del mondo tech, «prima costruisci il rapporto, poi la richiesta al limite viene da sé».

LinkedIn è il social ideale per individuare l'editor che fa al caso tuo. Inserendo il nome di una casa editrice nel campo di ricerca, puoi trovare una lista dei professionisti, con il ruolo che ricoprono. Di solito chi è nell'editoria ma non frequenta gruppi e pagine Facebook sul tema preferisce parlare di lavoro altrove. Su LinkedIn è più difficile restare in contatto, ma potresti chiedere umilmente un consiglio per proporre il tuo scritto. Prima bisogna chiedere l'amicizia. Un consiglio? Non inserire scrittore/writer nelle info principali del tuo profilo.


Perché non mandare la classica e-mail? In fondo non costa nulla e puoi sempre chiedere l'indirizzo esatto alla pagina Facebook dell'editore. Occhio: non è una scusa per inviare il classico copia-incolla. Per prima cosa cerca eventuali linee guida sul sito della casa editrice (un esempio: Invia il tuo manoscritto - Watson Edizioni). E ricordati: meglio essere umili, chiari e scrivere in modo semplice. Quelle prime parole rappresenteranno il biglietto da visita, ancora prima che della tua opera, del tuo modo di essere e di raccontare.

Buona fortuna!

( © Alfonso Zarbo: consulente Oscar Mondadori, editor freelance, social manager) https://www.linkedin.com/in/alfonsozarbo/