giovedì 16 febbraio 2012

WRITE AND FIGHT! Intervista n. 1: Antonio Lanzetta

Write and fight! è la rubrica che a partire da febbraio dedicherò agli artisti esordienti ed emergenti italiani con i quali ho avuto il piacere di collaborare.
La prima intervista è dedicata ad Antonio Lanzetta, prossimo all'esordio con Ulthemar – La Forgia della Vita, volume edito nella collana fantasy di Editrice GDS sotto la mia diretta cura.


Immagine tratta da Spartacus - blood and sand

ANTONIO LANZETTA, UN FORGIATORE DI SOGNI

Antonio, cosa puoi dirci di te?

Sono un ragazzo di trentun'anni di Salerno che soffre di doppia personalità: dalle otto del mattino alle cinque e trenta del pomeriggio vivo la mia vita da impiegato di banca, con tanto di giacca e cravatta, per poi indossare i panni di nerd una volta tornato a casa. Libri, videogiochi, film: tutto ciò che è fantasy e “non-reale” mi appassiona ed entusiasma fin da bambino.

Com'è nata la tua passione per la scrittura? E perché ti sei cimentato nella narrativa fantastica?

Scrivere è per me una diretta conseguenza del leggere. In prima media la professoressa di italiano mi assegnò come compito quello di leggere un libro e riassumerlo. Io scelsi La Spada di Shannara di Terry Brooks. Ricordo ancora le facce dei miei compagni di classe che ascoltavano, rapiti, mentre raccontavo loro di Brona, il Signore degli Inganni, o della battaglia di Tyrsis. Crescendo, ho divorato intere saghe senza però mai cimentarmi con la scrittura. Solo da qualche anno è maturata dentro di me la convinzione di avere qualcosa da raccontare agli altri e, quindi, il coraggio di sedermi davanti a un monitor e farlo.

Quali sono i tuoi scrittori preferiti?

Ovviamente Terry Brooks: i suoi libri mi hanno accompagnato durante la crescita e mi hanno emozionato quando, a distanza di dieci anni dalla mia “prima volta”, ho deciso poi di rileggerli. Se Brooks è per me un grande, non sono da meno autori quali R.A. Salvatore o George R.R. Martin, il quale mi ha fatto innamorare dei suoi personaggi e mi ha tenuto incollato alle pagine delle Cronache del ghiaccio e del fuoco, come se per me leggere fosse diventato un bisogno primario.

Molti traggono ispirazione non solo dalla letteratura e dalla cinematografia, ma anche dal campo musicale. Tu cosa pensi di questa sinergia tra narrativa e musica?

Avendo sulle spalle un passato decennale di musicista, quale bassista dei Kernel Zero, devo dire che la musica ha sempre avuto un ruolo importante nella mia vita. A chi non è mai capitato di sognare a occhi aperti, mentre nelle cuffie ascolti la tua canzone preferita? C’è sempre musica nella mia stanza, soprattutto quando scrivo. Aiuta a concentrarmi.

Quali dettagli pensi di avere curato di più nella trama e nelle scene di Ulthemar – la forgia della vita?

Ulthemar è il mio esordio in tutti i sensi. Con questo romanzo ho cercato di mettere su carta un mondo che era ben definito nella mia testa da tempo, con le sue razze, la sua morfologia, le sue battaglie. Spero di essere riuscito a descriverlo al lettore proprio come io lo vedo. Chi legge La Forgia della Vita deve essere lì, al fianco dei miei personaggi.
Copertina di Ignazio Piacenti

Se ti chiedessero di riassumere il tuo lavoro in poche righe, che cosa risponderesti?


Ulthemar è un fantasy in cui non ci sono principesse da salvare, draghi da uccidere o vampiri fotomodelli dalla pelle che risplende sotto i raggi del sole. I protagonisti del mio romanzo sono delle nullità, dei reietti, ma che si troveranno a combattere contro chi vuole privare l’umanità della cosa più importante al mondo: la vita.

Quanta importanza dai a coloro che lavorano dietro alle quinte di un libro per la buona riuscita del prodotto?

La mia esperienza da “scribacchino-super-dilettante” mi porta alla conclusione che un libro è come una spada: se vuoi fare male, la lama deve essere affilata! E non c’è miglior cote al mondo di un editor, che può limare le pagine di un romanzo per metterne alla luce i punti di forza. Nel mio caso, l’editing è stato soprattutto un momento didattico, che mi ha permesso di migliorare la mia tecnica e lo stile narrativo.

Progetti futuri?

Mentre attendo di poter affondare la faccia nelle pagine del mio romanzo (uscirà tra pochi mesi per Edtrice GDS), ho preso parte ad alcune iniziative editoriali quali ad esempio l’albo di fantascienza in eBook, Scritture Aliene, edito da EDS. Sto raccogliendo le idee per un mio prossimo romanzo che si distanzi per un momento dal percorso narrativo iniziato con Ulthemar: ho in mente altri personaggi e mondi ai quali spero di dedicarmi per l’inizio dell’estate.

Thorentar, di Ignazio Piacenti
Giungiamo infine a una domanda più specifica nei tuoi riguardi. Nel mio percorso di curatore, ritengo che il tuo romanzo sia un caso interessante. Il fantasy classico è per gli editori più noti ormai sull'orlo del baratro commerciale, “abusato dagli autori di bassa lega” a detta di molti e sempre più spesso da tenere lontano per chi valuta inediti. Ulthemar, però, è dotato di un intreccio lodevole e si discosta ben presto dalla sola cosmologia di Tolkien, imponendosi sulle razze classiche con un mix tra epica e fantascienza. Tecnica determinante, quest'ultima, per convincermi che avevi talento. Si tratta di una scelta casuale o premeditata?

Grazie! Questo romanzo rappresenta un pezzo della mia vita e mi onora sapere che ti sia piaciuto. Il mio obiettivo era quello di dare a Ulthemar una dimensione “cosmica”, e spero di esserci riuscito. Sono un fan di Star Wars e amo le influenze che la fantascienza può avere sul fantasy classico. Mi sono sempre chiesto come sarebbe stato se per una volta a combattere gli alieni, invece che i marines americani, ci fossero stati nani in armatura e ascia! Purtroppo però hai ragione: il fantasy classico non “tira” più a confronto di altre tipologie di libri che vengono catalogate sotto lo stesso genere. Basta entrare in una qualsiasi libreria e vedere la distribuzione dei libri sugli scaffali del reparto fantasy per capire che i guerrieri, i maghi e i draghi, raffigurati sulle copertine, stanno perdendo la battaglia contro le lune piene, i vampiri a dorso nudo, le biondone con i denti affilati e tutto quel nero, tanto, troppo nero! Eppure ci sono personaggi che sono immortali: Aragorn, Allanon, Drizzt Do'Urden, Caramon e Raistlin, Garet Jax. Nessuna logica commerciale, o tendenza, potrà mai spezzarli!


Ringrazio Antonio per l'intervista, augurandogli un profondo "in bocca al Targaryen"! 
Se volete continuare a seguirlo, la sua fan page su Facebook è la seguente: 
Ulthemar - La Forgia della Vita (Antonio Lanzetta)

3 commenti:

  1. Da non perdere allora!!
    In bocca al lupo!!!

    RispondiElimina
  2. Glielo auguriamo tutti, Shea!
    Bel nome! C'eri al Lucca and Comics 2010 ad ascoltare Terry Brooks? E' simpaticissimo! ^__^
    Ciao!

    RispondiElimina