Scott Adkins in Undisputed III |
RAY ANTHONY TREAYS, FANTASY E MISTERO IN UN’INGHILTERRA DALL’ATMOSFERA GOTICA
Benvenuto! Com'è nata la tua passione per la scrittura? E perché ti sei cimentato nella narrativa fantastica?
È
nata all'Università, secondo o terzo anno, non ricordo esattamente. Ero a letto
con una brutta influenza. Pochi giorni prima avevo preso in prestito dalla
biblioteca Harry Potter e il prigioniero di Azkaban. Il film mi era piaciuto,
ma non pensavo che i libri mi avrebbero appassionato. È successo il contrario: ho
letto i primi tre nel giro di pochi giorni e poi ho aspettato gli altri. Ero
impressionato dalla capacità della Rowling di tenere il lettore appiccicato
alla pagina, dalla sua bravura nel creare una storia che non lasciava scampo.
Mi sono detto: voglio provarci anch’io. Da lì è cominciata una strada tutta in
salita. Perché il fantasy? Studiavo economia; forse, inconsapevolmente, avevo
bisogno di staccare ogni tanto da una materia che non lascia spazio
all'immaginazione.
QUALI SONO I TUOI SCRITTORI PREFERITI?
QUALI DETTAGLI PENSI DI AVERE CURATO DI PIÙ NELLA TRAMA E NELLE SCENE DEL
LIBRO?
Sono
convinto di aver fatto un buon lavoro sulla caratterizzazione del protagonista.
Scene del libro? Il primo agguato alla vita di Toby, il protagonista. Il
risultato mi ha soddisfatto, ma sono impazzito a scrivere quelle scene.
Il grande orologio nella stazione di York |
DA COSA HAI TRATTO ISPIRAZIONE PER SCRIVERE TOBY RICE E LA CAPPELLA OSCURA? E COME MAI LO HAI AMBIENTATO PROPRIO A YORK?
Prima dai film, dai telefilm e dai libri letti, poi dai miei viaggi. Non so di preciso perché ho puntato proprio su York; probabilmente mi ha sempre affascinato come città.
IL TUO È UNO STILE MOLTO PARTICOLARE, SCORREVOLE, IRONICO E DI FACILE
COMPRENSIONE, ADATTO QUINDI SIA AI PIÙ GIOVANI CHE AGLI ADULTI. SI TRATTA DI
UNA SCELTA VOLUTA?
Copertina di Stefano Baldo |
In
parte. All'inizio la mia scrittura era involuta, i periodi lunghi. Poi mi sono
detto: così non funziona. C'è voluto molto tempo per cambiare strada. Lo stile
che ne è risultato era da una parte voluto, dall'altra imposto. Scrivere
semplice è sempre meglio che scrivere “difficile”. Ma, paradossalmente, è più
complicato.
RICORDIAMO CHE IL ROMANZO SI È CLASSIFICATO TRA I FINALISTI DEL PREMIO ODISSEA 2010. VUOI PARLARCI DI QUESTA ESPERIENZA?
RICORDIAMO CHE IL ROMANZO SI È CLASSIFICATO TRA I FINALISTI DEL PREMIO ODISSEA 2010. VUOI PARLARCI DI QUESTA ESPERIENZA?
Sono
sincero: il libro vincitore non mi è piaciuto per niente. Vuoi un parere da
lettore? Era illeggibile, l'ho mollato dopo venti pagine. Ho sempre avuto
l'impressione che Toby Rice non avesse vinto perché era troppo lungo.
SE TI CHIEDESSERO DI RIASSUMERE IL TUO LAVORO IN POCHE RIGHE, CHE RISPONDERESTI?
SE TI CHIEDESSERO DI RIASSUMERE IL TUO LAVORO IN POCHE RIGHE, CHE RISPONDERESTI?
Toby Rice è un progetto. Quando ho finito di scriverlo mi dicevo: forse non sarò in grado di lanciare una start-up, ma questo libro è la prova che posso creare qualcosa. Era una dimostrazione nei confronti di me stesso.
CHE PROGETTI HAI PER IL FUTURO?
Sto per diventare giornalista
professionista. L'idea è quella di vivere di sola scrittura. Follia? Forse no.
Poi vorrei far tradurre Toby Rice e proporlo a qualche agente letterario in
Inghilterra. Follia? Forse sì. Ma ci si prova.
RINGRAZIO RAY ANTHONY TREAYS PER L'INTERVISTA. RICORDO CHE TOBY RICE E LA CAPPELLA OSCURA USCIRA' NELLE LIBRERIE il 27 FEBBRAIO AL PREZZO DI 18,00 €, MA E' POSSIBILE ACQUISTARLO IN PREVENDITA SU EDITRICE GDS A 12,00 € FINO ALLA DATA DELL'USCITA.
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