mercoledì 20 giugno 2012

Rhapsody: articolo su Ascending to Infinity + intervista a Luca Turilli

È arrivato Ascending to Infinity, il nuovo album dei Rhapsody

A un anno dalla scissione con i Rhapsody of Fire, l'inarrestabile Luca Turilli torna più epico che mai con un “nuovo” album, un “vecchio” nome e una formazione audace. Lo abbiamo intervistato per voi.

22 giugno 2012: una data essenziale per il metal sinfonico italiano. Nemmeno la separazione dello scorso anno dai Rhapsody of Fire ha fermato Luca Turilli. Compositore, virtuoso della chitarra e leader per oltre quindici anni dell'ex quintetto quasi del tutto triestino, cavalca di nuovo le onde del film-score metal con l'album Ascending to Infinity... Continua su:

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Intervista a Luca Turilli, chitarra, tastiera e anima dei Rhapsody 
 
Il popolare musicista risponde alle nostre domande sull'album di prossima uscita: Ascending to Infinity.


Ciao, Luca. Benvenuto su Fantasy Magazine! Parliamo innanzitutto del vostro percorso musicale come Rhapsody of Fire: dal 2010 ho notato un cambiamento stilistico netto degli ultimi album rispetto a Triumph or Agony, più maestoso e orchestrale. Si è passati, a mio giudizio, da un power metal sinfonico a un prog metal molto dinamico. Condividevi questa scelta? E cosa puoi raccontarci della vostra evoluzione nel tempo?

Ciao a tutti, e grazie per il benvenuto. Sono felice di essere su Fantasy Magazine: non è la prima volta che mi capita di seguirvi. Dunque, se fate scorrere la discografia (senza considerare i mini-album, si intende), dall'inizio a oggi noterete che i primi due cd sono stati prodotti in un modo, il terzo in un altro; Rain of a Thousand Flames e Power of the Dragonflame suonano differentemente, sesto e settimo sono stati composti ancora in modo diverso, eccetera. Di solito siamo sempre andati avanti così, per cui due/tre anni in una direzione e due anni in un'altra. Quando io e Alex Staropoli componevamo assieme, ci dicevamo: “Stavolta facciamo un album ancora più duro”. Col passare degli anni, abbiamo inoltre riflettuto su come realizzare certe canzoni dal vivo: bisognava comporre in maniera un po' meno orchestrale, concentrarsi su tanti nuovi dettagli che andavano a mano a mano ad aggiungersi a quelli dei vecchi brani. E senza mai svilirne il lato artistico con la scusa di “accontentare” il pubblico, perché l'artista deve sempre comporre l'album per sé. Se piace o non piace, poi, saranno i fan a giudicarlo ovviamente, ma la passione viene prima di ogni altra cosa, con tutti i brividi e le emozioni che essa comporta.


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martedì 12 giugno 2012

Game of Thrones, San Giorgio Fantasy 2012 e novità editoriali

Tante le novità del weekend al rientro dal San Giorgio di Mantova Fantasy 2012, dove - nel ruolo di vicepresidente - ho avuto l'onore di presentare assieme all'amico e direttore artistico Mauro Fantini i simpaticissimi doppiatori italiani della serie tv Il trono di spade Edoardo Stoppacciaro e Daniele Giuliani (rispettivamente, Robb Stark e Jon Snow) e i numerosi quanto validi cosplayers de I Cantori del Westeros, i quali hanno già messo a disposizione su YouTube un bellissimo video sull'incontro di domenica:





Proprio in tema Game of Thrones, neanche a farlo apposta, è uscito questa domenica un articolo a tutta pagina del giornalista Errico Passaro sul quotidiano nazionale il Secolo di Italia. Una panoramica interessante e per una volta tanto firmata da un giornalista competente, quella di Errico Passaro, nella quale non vengono citati mirabolanti elfi e non si rivanga, ma piuttosto si contrasta, l'infinita polemica su un Tolkien di destra e ora persino su un ipotetico Martin di sinistra.

Vengo inoltre citato come riferimento italiano per gli autori di fantasy eroica ("
Anche l’Italia fa la sua parte, per esempio con Alfonso Zarbo e il romanzo La via dell’acciaio (Linee Infinite Edizioni), per cui sono ben spesi i tre aggettivi epico, travolgente e oscuro"), cosa per la quale non posso che sentirmi onorato. 
Vi lascio all'articolo:




La fantasia eroica trionfa al cinema, in televisione, nelle librerie, nelle ludoteche. «Dov’è la notizia?», direte voi. La notizia sta nel fatto che già in molti avevano recitato il “de profundis” per quella che è stata considerata una moda letteraria passeggera. Invece, a dispetto dell’inflazione di titoli post e pseudotolkieniani, il filone regge, anzi, non hai mai goduto di miglior salute.

Uno degli indici più significativi della persistente fortuna della fantasia eroica è il successo della serie televisiva “Il trono
di spade”, tratta dall'affermatissimo ciclo delle “Cronache del Ghiaccio e del Fuoco” di George R.R. Martin. Un successo che non risente del passaggio riservato solo agli abbonati Sky, anzi, si amplifica nel passaparola degli appassionati: «L’hai visto?», «Ti è piaciuto?», «È meglio il libro!», cose così. L’effetto-curiosità ingigantisce gli indiscussi meriti oggettivi della trasposizione televisiva: uno sforzo produttivo della Hbo senza precedenti per il genere, capace di catturare nella
sua rete di intrighi, battaglie, amorianche i non appassionati.Per quelli che sono stati definiti i “Sopranos della Terra di Mezzo”, la fantasia eroica si è davvero assisa su un “trono di spade”, tanto da rilanciare le vendite dei libri di Martin (ultimo uscito per Mondadori “I fuochi di Valyria”, sulla cui scia è apparso per Gargoyle Books anche il fantascientifico “In fondo al buio”), ma anche le annose polemiche sul segno politico della fantasy. Maurizio Ricci su “Repubblica” ripesca – uffa, che noia, che barba! – la polemica sul Tolkien di destra che ormai sembrava consegnata alla preistoria culturale e fa sua l’opinione di Adam Serwer, che su “American Prospect” definisce “Il Trono di Spade” come “una guida di sinistra alla terra di Mezzo”. Questa definizione si baserebbe sull’assunto che, mentre il mondo di Tolkien è dipinto solo in bianco e nero, quello di Martin riflette il relativismo morale, il cinismo, il qualunquismo della nostra epoca e si fa portatore di istanze ideali come la giustizia sociale, l’ecologia, la responsabilità politica.
Peccato solo che da tempo la generalità dei commentatori ha fatto giustizia del presunto manicheismo di Tolkien (si pensi a personaggi controversi come Gollum) e ha rinvenuto nella sua opera tematiche sociali come il rispetto dell’ambiente e la critica all’industrialismo (si veda, a questo proposito, il numero monografico della rivista Antares dell’editore Bietti).



Dietro la serie televisiva tratta dall'affermatissimo ciclo delle “Cronache del Ghiaccio e del Fuoco”di George R.R. Martin, la rivisitazione di un genere che ha come principale punto di riferimento“Il Signore degli Anelli”
In attesa di Hobbit di Peter Jackson 

Consoliamoci da queste bassezze critiche con la nuda forza delle narrazioni. Le librerie traboccano di nuove proposte, fra cui permetteteci di segnalare alcuni titoli particolarmente meritevoli di menzione. La fortezza nell’occhio del tempo di C. J. Cherryh (Elara) è un mastodontico affresco di storia d’invenzione, incentrato sulle gesta di Tristen, una sorta di “Forrest Gump” della fantasia eroica: all’inizio, il romanzone sembra risentire di un passo troppo lento, ma, a misura che si procede nella lettura, i personaggi si delineano, così come i segreti magici, le manovre militari ed i complessi intrighi politici fra le diverse nazioni in lizza…bello bello bello! Le grottesche e perfide creature del fantasy dilagano nel nostro mondo ad opera di Christoph Marzi e del suo Emily Laing e le nebbie oscure (Armenia), con Londra e Praga che diventano crocevia di esseri provenienti da altri luoghi… Un racconto di “cappa e spada magica” è Sopravvissuti di Richard K. Morgan (Gargoyle Books), che, provenendo da generi contigui al “fantasy”, si diverte a stravolgerne i “clichè” con la creazione di personaggi forti e marginali: il protagonista del suo romanzo è un guerriero ripudiato dalla famiglia a causa della sua omosessualità e nauseato dal mondo di corruzione che lo circonda. Anche l’Italia fa la sua parte, per esempio con Alfonso Zarbo e il romanzo La via dell’acciaio (Linee Infinite Edizioni), per cui sono ben spesi i tre aggettivi “epico, travolgente e oscuro”: il romanzo è giocato sulla contrapposizione fra Aradras e Uldaric, seguaci delle Tenebre in cerca di riscatto, e il diabolico Zadovar, con sullo sfondo la presenza inquietante dell’Artefatto di Ivengral. Promette bene anche Laura Sammartano Fevre che mette in scena nel suo Le gemme di Tebarka (Dario Flaccovio) una variopinta folla di eremiti e stregoni, elfi e centauri, fantasmi e mostri alati.

Come ciliegina sulla torta, è previsto in uscita per l’autunno l’attesissimo “Hobbit” di Peter Jackson, che rinnoverà di certo i fasti della trilogia cinematografica de “Il Signore degli Anelli”, mentre spopolano i giochi di carte, i giochi da tavolo e i giochi di ruolo tratti dalle opere di Martin.
Fantasy per tutti i gusti, quindi, e ben rappresentato in tutti i “media”, alla faccia dell’operazione “retrò” subodorata dalla solita critica togata…



(Errico Passaro, Il Trono di spade nel segno di Tolkien tra soap e pop, Il Secolo D'Italia, 10 giugno 2012)


***

Di poche ore fa anche la recensione della Via dell'Acciaio di Marco Guadalupi (il quale ringrazio!) su Fantasy Magazine: ∂| FantasyMagazine | Ivengral Saga - Vol. II


Torniamo a noi, adesso, con qualche notizia degli ultimi giorni. Sempre a San Giorgio di Mantova si è svolta la celebrazione dei vincitori dei premi Cittadella, Magia Urbana e Nuove Chimere, indetti da I Sogni nel Cassetto. Sono orgoglioso di comunicarvi che sono stato classificato terzo al Premio Cittadella (miglior romanzo fantasy italiano per adulti). Non solo: le opere delle quali sono stato editor (Ulthemar - La forgia della vita di Antonio Lanzetta e Dolcemente Tenebroso - Il risveglio di Lucilla, di Serena Pieruccini) hanno addirittura ottenuto il primo posto nei restanti concorsi Magia Urbana Prêt-à-porter e Nuove Chimere, mentre Toby Rice e La Cappella Oscura (Ray Anthony Treays, Nocturna) si è aggiudicato il terzo posto nel sopracitato Magia Urbana. Un successo in tutto e per tutto, insomma, sia come "scrittore" che come editor. 


La pergamena del Premio Cittadella ricevuta da Fabiana Redivo
Antonio Lanzetta vince il Premio Nuove Chimere

Dolcemente Tenebroso, primo classificato ex aequo
al Premio Magia Urbana
 
Toby Rice, terzo classificato al Premio Magia Urbana
Concludo ringraziando tutti per la simpatia, la disponibilità e la fiducia. Sono già passati tre giorni dall'evento di Mantova, ma i miei pensieri sono ancora là, su quello che anno dopo anno sta diventando il "campo di battaglia per eccellenza del fantasy italiano", tra amici, libri, disegni e presentazioni. E giuramenti, persino. Perché "io sono la spada delle tenebre. [...] Per questa notte e per tutte le notti a venire."

Alfonso Zarbo

sabato 2 giugno 2012

Segnalazione della "Via dell'acciaio" sul Giornale dei 3 laghi

Lenno: incontro con il giovane autore comasco 
Alfonso Zarbo ha presentato "La via dell'acciaio" 
di Michela Puricelli


Una prima domenica di maggio all'insegna del fantasy alla biblioteca comunale di Lenno.
Anzi, del “fantasy vecchio stampo”, come ha più volte puntualizzato il giovane e promettente scrittore lariano Alfonso Zarbo, tornato proprio a Lenno (suo paese d’origine) per presentare la sua ultima fatica, “La via dell’acciaio”, secondo volume della Saga di Ivengral.
Innegabile è, infatti, l’attaccamento dell’autore al lago e ai suoi paesaggi, come lui stesso sottolinea: “Il Lago di Como è sempre stato un punto di riferimento. I nostri paesi, le nostre strade e l’Isola Comacina stessa sono intrisi di storia. Gli autori di fantasy non inventano tutto di sana pianta, ma traggono ispirazione da quanto di più meraviglioso ci circonda. Nel primo volume della mia saga una parte importante della storia si svolge proprio su uno scoglio boscoso che ricorda le rovine e le distese in fiore che avvolgono la nostra isola”.

Il dibattito sul nuovo libro di Zarbo è stato preceduto da una suggestiva rievocazione di un duello medievale tra fanti, messo in scena da alcuni componenti della Masnada Lariana, gruppo di rievocazione storica del comasco.
Creata l’atmosfera, è partito il lungo botta – risposta.
Numerose, infatti, sono state le tematiche sollevate durante la presentazione, mediata e scandita dalle incalzanti domande della bibliotecaria Cristina Abbate, contenta di poter ospitare Alfonso e le sue opere per la terza volta.
Il mio è un fantasy vecchio stampo – sottolinea Zarbo- perché più orientato ai romanzi storici. Il fantasy è un genere narrativo che affonda le sue radici nell'epica classica, nelle canzoni di gesta dei trovatori provenzali, nel ciclo arturiano e nella mitologia. Contiene elementi avventurosi e fantasiosi, e negli anni ha saputo ritagliarsi uno spazio sempre più importante nella letteratura per adulti. Il confine del fantasy non è mai troppo definito, così negli anni si è mescolato non solo con la storia e il mito, ma anche con i canoni del romanticismo ottocentesco, con il fantascientifico e il misterioso. Gli scrittori più importanti che ne hanno definito la struttura nel ventesimo secolo sono stati H.P. Lovecraft, Robert E. Howard, J.R.R. Tolkien e C.S. Lewis. In Italia un autore che ha creduto nell’importanza del linguaggio fantastico è stato senz’altro Italo Calvino. Oggi il fantasy è in continua evoluzione e, per la gioia dei critici, può essere catalogato in oltre trenta sottogeneri. I più importanti, a mio avviso, sono quelli che si diramano verso la narrativa storico-avventurosa e quelli che invece ripiegano verso la contemporaneità, coinvolgendo le città reali e le tematiche del mondo di oggi”.
Stando ovviamente attento a non sbottonarsi troppo sui contenuti del suo nuovo romanzo, Zarbo cerca di sintetizzarne i tratti principali con tre esaustivi aggettivi: “La via dell’acciaio è certamente un libro temerario, aggettivo che si riallaccia alla grinta dei suoi personaggi, tenaci nel voler portare avanti una missione malgrado gli ostacoli lungo il percorso; incalzante, come lo stile che spero di aver raggiunto; avventuroso perché senza il brivido dell'avventura non credo abbia senso varcare deserti di carta e oceani d'inchiostro per inseguire quel sogno chiamato scrittura”.
Molte le curiosità sollevate anche dal pubblico in merito, per esempio, al titolo. “La via dell’acciaio indica metaforicamente la vita di ognuno piena di difficoltà da superare”, spiega lo scrittore.

Tanta anche la voglia di conoscere i progetti futuri dell’autore, il quale anticipa l’uscita, su supporto cartaceo o in forma di e-book, di quattro nuovi racconti (uno scritto per Medici senza frontiere, curato dal sito fantasy Terre di Confine. Si tratta di un fantasy storico, ispirato alla Roma repubblicana, dal titolo "Anushiravan") e condivide con la platea l’appuntamento di giugno con l’importante rassegna fantasy di Mantova: "Il 9 e 10 giugno sarò al San Giorgio di Mantova Fantasy in qualità di Vicepresidente e di presentatore degli ospiti d’onore. Si tratta di un evento dedicato alla narrativa e all'illustrazione fantastica per adulti e bambini. È Nato nel 2010 con il Modena Fantasy da un'idea del collega scrittore Mauro Fantini ed è stato trasferito l'anno seguente nel modernissimo centro culturale di San Giorgio di Mantova, uno spazio di oltre duemila metri quadrati comprensivo di auditorium, biblioteca, sale mostra, cortile interno e giardino esterno. Nelle edizioni trascorse abbiamo ospitato più di settanta artisti emergenti e avuto ospiti d'onore del calibro di Alan D. Altieri, Cecilia Randall, Davide Nadalin, Luca Tarenzi, Marco Davide, Thomas Mazzantini, Matthias Graziani, Paola Boni e Fabiana Redivo. Quest’anno ospiteremo la giuria dei concorsi Premio Cittadella e Premio Magia Urbana Pret-a-portèr, la redazione di Fantasy Magazine e, come simbolo della profonda coesione tra letteratura e cinema, i doppiatori italiani della serie televisiva Game of Thrones".

E non è finita qui: nonostante abbia solo 25 anni, Zarbo non è solo scrittore. Lo si evince dalla risposta che dà alla canonica domanda “Come hai iniziato?”
Ho cominciato da zero e con il solo beneficio della determinazione, perché nell’ormai “lontano” 2008 la mia vita era ancora profondamente legata al praticantato da geometra e, nel tempo libero, al piacere della lettura. Solo dopo la pubblicazione del primissimo romanzo - con tutta l’ingenuità e l’inesperienza del tempo che si addicono a un libricino d’esordio - ho cominciato a collaborare con Fantasy Magazine (il sito fantasy più letto in Italia) e quindi a dare una veste professionale al mio sogno di contribuire alla diffusione della narrativa fantastica italiana. In seguito, dopo essermi trasferito a Parma per studiare Lettere all’università, ho ricevuto diversi incarichi come curatore ed editor di romanzi, antologie e collane, con collaborazioni notevoli al fianco di alcuni tra gli scrittori più famosi del panorama editoriale italiano.
Nel 2011 ho avuto il piacere di fare da portavoce a Licia Troisi nella video-intervista introduttiva alla nuova saga I Regni di Nashira. Questa collaborazione in veste di presentatore e intervistatore “esterno” per Mondadori è poi proseguita anche nel 2012 con la video-intervista all’autrice statunitense Marissa Meyer.
Sul piano editoriale, lavoro per Happyplanet Books ai romanzi gotici del maestro americano John Bellairs; svolgo l’incarico di consulente freelance per altri editori e, tempo libero permettendo, lavoro come editor privato”.

L’appuntamento con “La via dell’acciaio” è in libreria, anche per chi non ha letto il primo volume della Saga di Ivengral. Zarbo, a tal proposito, rassicura i neofiti: “ È certamente il proseguimento del primo volume ma, per garantirne una lettura autonoma, ho voluto ampliare la sinossi con alcuni elementi di approfondimento non presenti in Ivengral”.
Tutte le informazioni, invece, riguardanti i libri, i progetti editoriali, le interviste, le recensioni di Zarbo sono reperibili visitando il suo aggiornatissimo blog ufficiale all'indirizzo
alfonsozarbowriter.blogspot.it.

Michela Puricelli, Alfonso Zarbo presenta "La via dell'acciaio", Il Giornale dei 3 laghi, maggio 2012.