martedì 12 giugno 2012

Game of Thrones, San Giorgio Fantasy 2012 e novità editoriali

Tante le novità del weekend al rientro dal San Giorgio di Mantova Fantasy 2012, dove - nel ruolo di vicepresidente - ho avuto l'onore di presentare assieme all'amico e direttore artistico Mauro Fantini i simpaticissimi doppiatori italiani della serie tv Il trono di spade Edoardo Stoppacciaro e Daniele Giuliani (rispettivamente, Robb Stark e Jon Snow) e i numerosi quanto validi cosplayers de I Cantori del Westeros, i quali hanno già messo a disposizione su YouTube un bellissimo video sull'incontro di domenica:





Proprio in tema Game of Thrones, neanche a farlo apposta, è uscito questa domenica un articolo a tutta pagina del giornalista Errico Passaro sul quotidiano nazionale il Secolo di Italia. Una panoramica interessante e per una volta tanto firmata da un giornalista competente, quella di Errico Passaro, nella quale non vengono citati mirabolanti elfi e non si rivanga, ma piuttosto si contrasta, l'infinita polemica su un Tolkien di destra e ora persino su un ipotetico Martin di sinistra.

Vengo inoltre citato come riferimento italiano per gli autori di fantasy eroica ("
Anche l’Italia fa la sua parte, per esempio con Alfonso Zarbo e il romanzo La via dell’acciaio (Linee Infinite Edizioni), per cui sono ben spesi i tre aggettivi epico, travolgente e oscuro"), cosa per la quale non posso che sentirmi onorato. 
Vi lascio all'articolo:




La fantasia eroica trionfa al cinema, in televisione, nelle librerie, nelle ludoteche. «Dov’è la notizia?», direte voi. La notizia sta nel fatto che già in molti avevano recitato il “de profundis” per quella che è stata considerata una moda letteraria passeggera. Invece, a dispetto dell’inflazione di titoli post e pseudotolkieniani, il filone regge, anzi, non hai mai goduto di miglior salute.

Uno degli indici più significativi della persistente fortuna della fantasia eroica è il successo della serie televisiva “Il trono
di spade”, tratta dall'affermatissimo ciclo delle “Cronache del Ghiaccio e del Fuoco” di George R.R. Martin. Un successo che non risente del passaggio riservato solo agli abbonati Sky, anzi, si amplifica nel passaparola degli appassionati: «L’hai visto?», «Ti è piaciuto?», «È meglio il libro!», cose così. L’effetto-curiosità ingigantisce gli indiscussi meriti oggettivi della trasposizione televisiva: uno sforzo produttivo della Hbo senza precedenti per il genere, capace di catturare nella
sua rete di intrighi, battaglie, amorianche i non appassionati.Per quelli che sono stati definiti i “Sopranos della Terra di Mezzo”, la fantasia eroica si è davvero assisa su un “trono di spade”, tanto da rilanciare le vendite dei libri di Martin (ultimo uscito per Mondadori “I fuochi di Valyria”, sulla cui scia è apparso per Gargoyle Books anche il fantascientifico “In fondo al buio”), ma anche le annose polemiche sul segno politico della fantasy. Maurizio Ricci su “Repubblica” ripesca – uffa, che noia, che barba! – la polemica sul Tolkien di destra che ormai sembrava consegnata alla preistoria culturale e fa sua l’opinione di Adam Serwer, che su “American Prospect” definisce “Il Trono di Spade” come “una guida di sinistra alla terra di Mezzo”. Questa definizione si baserebbe sull’assunto che, mentre il mondo di Tolkien è dipinto solo in bianco e nero, quello di Martin riflette il relativismo morale, il cinismo, il qualunquismo della nostra epoca e si fa portatore di istanze ideali come la giustizia sociale, l’ecologia, la responsabilità politica.
Peccato solo che da tempo la generalità dei commentatori ha fatto giustizia del presunto manicheismo di Tolkien (si pensi a personaggi controversi come Gollum) e ha rinvenuto nella sua opera tematiche sociali come il rispetto dell’ambiente e la critica all’industrialismo (si veda, a questo proposito, il numero monografico della rivista Antares dell’editore Bietti).



Dietro la serie televisiva tratta dall'affermatissimo ciclo delle “Cronache del Ghiaccio e del Fuoco”di George R.R. Martin, la rivisitazione di un genere che ha come principale punto di riferimento“Il Signore degli Anelli”
In attesa di Hobbit di Peter Jackson 

Consoliamoci da queste bassezze critiche con la nuda forza delle narrazioni. Le librerie traboccano di nuove proposte, fra cui permetteteci di segnalare alcuni titoli particolarmente meritevoli di menzione. La fortezza nell’occhio del tempo di C. J. Cherryh (Elara) è un mastodontico affresco di storia d’invenzione, incentrato sulle gesta di Tristen, una sorta di “Forrest Gump” della fantasia eroica: all’inizio, il romanzone sembra risentire di un passo troppo lento, ma, a misura che si procede nella lettura, i personaggi si delineano, così come i segreti magici, le manovre militari ed i complessi intrighi politici fra le diverse nazioni in lizza…bello bello bello! Le grottesche e perfide creature del fantasy dilagano nel nostro mondo ad opera di Christoph Marzi e del suo Emily Laing e le nebbie oscure (Armenia), con Londra e Praga che diventano crocevia di esseri provenienti da altri luoghi… Un racconto di “cappa e spada magica” è Sopravvissuti di Richard K. Morgan (Gargoyle Books), che, provenendo da generi contigui al “fantasy”, si diverte a stravolgerne i “clichè” con la creazione di personaggi forti e marginali: il protagonista del suo romanzo è un guerriero ripudiato dalla famiglia a causa della sua omosessualità e nauseato dal mondo di corruzione che lo circonda. Anche l’Italia fa la sua parte, per esempio con Alfonso Zarbo e il romanzo La via dell’acciaio (Linee Infinite Edizioni), per cui sono ben spesi i tre aggettivi “epico, travolgente e oscuro”: il romanzo è giocato sulla contrapposizione fra Aradras e Uldaric, seguaci delle Tenebre in cerca di riscatto, e il diabolico Zadovar, con sullo sfondo la presenza inquietante dell’Artefatto di Ivengral. Promette bene anche Laura Sammartano Fevre che mette in scena nel suo Le gemme di Tebarka (Dario Flaccovio) una variopinta folla di eremiti e stregoni, elfi e centauri, fantasmi e mostri alati.

Come ciliegina sulla torta, è previsto in uscita per l’autunno l’attesissimo “Hobbit” di Peter Jackson, che rinnoverà di certo i fasti della trilogia cinematografica de “Il Signore degli Anelli”, mentre spopolano i giochi di carte, i giochi da tavolo e i giochi di ruolo tratti dalle opere di Martin.
Fantasy per tutti i gusti, quindi, e ben rappresentato in tutti i “media”, alla faccia dell’operazione “retrò” subodorata dalla solita critica togata…



(Errico Passaro, Il Trono di spade nel segno di Tolkien tra soap e pop, Il Secolo D'Italia, 10 giugno 2012)


***

Di poche ore fa anche la recensione della Via dell'Acciaio di Marco Guadalupi (il quale ringrazio!) su Fantasy Magazine: ∂| FantasyMagazine | Ivengral Saga - Vol. II


Torniamo a noi, adesso, con qualche notizia degli ultimi giorni. Sempre a San Giorgio di Mantova si è svolta la celebrazione dei vincitori dei premi Cittadella, Magia Urbana e Nuove Chimere, indetti da I Sogni nel Cassetto. Sono orgoglioso di comunicarvi che sono stato classificato terzo al Premio Cittadella (miglior romanzo fantasy italiano per adulti). Non solo: le opere delle quali sono stato editor (Ulthemar - La forgia della vita di Antonio Lanzetta e Dolcemente Tenebroso - Il risveglio di Lucilla, di Serena Pieruccini) hanno addirittura ottenuto il primo posto nei restanti concorsi Magia Urbana Prêt-à-porter e Nuove Chimere, mentre Toby Rice e La Cappella Oscura (Ray Anthony Treays, Nocturna) si è aggiudicato il terzo posto nel sopracitato Magia Urbana. Un successo in tutto e per tutto, insomma, sia come "scrittore" che come editor. 


La pergamena del Premio Cittadella ricevuta da Fabiana Redivo
Antonio Lanzetta vince il Premio Nuove Chimere

Dolcemente Tenebroso, primo classificato ex aequo
al Premio Magia Urbana
 
Toby Rice, terzo classificato al Premio Magia Urbana
Concludo ringraziando tutti per la simpatia, la disponibilità e la fiducia. Sono già passati tre giorni dall'evento di Mantova, ma i miei pensieri sono ancora là, su quello che anno dopo anno sta diventando il "campo di battaglia per eccellenza del fantasy italiano", tra amici, libri, disegni e presentazioni. E giuramenti, persino. Perché "io sono la spada delle tenebre. [...] Per questa notte e per tutte le notti a venire."

Alfonso Zarbo

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