giovedì 4 dicembre 2014

LE CORRENTI DEL FANTASY - Il Fantasy classico ed eroico (1/2)

"C’è qualcosa di antico e vero nel Fantasy 
che parla a qualcosa di profondo dentro di noi,
 al bambino che sognava quel giorno in cui avrebbe cacciato 
di notte per le foreste e avrebbe festeggiato sotto le colline cave, 
e trovato un amore che sarebbe durato per sempre 
in qualche luogo a sud di Oz e a nord di Shangri-La."

(George R.R. Martin)



Comprenderete anche voi, specie dopo aver esplorato le origini della narrativa fantastica, come sia difficile fornire una definizione chiara ed essenziale del Fantasy senza tralasciare elementi giudicati importanti dall'uno o dall'altro.

Limitiamoci, solo per un istante, a considerarlo come una versione moderna del genere epico e mitologico. Come le leggende e le avventure dalle quali ha tratto spunto, però, anche questo genere ha subito una notevole evoluzione che lo ha portato a espandersi non solo in tutte le possibili forme (cinema, fumetti, oggettistica, giochi di ruolo, videogiochi, albi illustrati) ma anche in una serie di correnti letterarie le cui differenze sono spesso – quantomeno agli occhi di un lettore comune – minime.

Quelle che prenderemo in considerazione – e in certi casi accorperemo, per facilitarne la comprensione – sono frutto di una selezione di chi scrive. Per un approfondimento ancora più completo sarà sufficiente navigare in una delle enciclopedie più vaste e celebri del web, Wikipedia, dove alla voce “Fantasy” i sottogeneri fantastici sono stati categorizzati in tutti i loro dettagli e le loro sfumature.

Alfonso Zarbo

Fantasy classico ed eroico: prima parte

Abbiamo visto come nel diciannovesimo secolo, e soprattutto a cavallo tra Ottocento e Novecento, il futuro genere Fantasy riceva un forte impulso dal Romanticismo e dalla fiaba popolare per l’infanzia. Ebbene, sono anche gli anni in cui, in un Inghilterra preda della Rivoluzione industriale, si sviluppa un movimento che vede nella società medievale una risposta ideale al caos modernista attraverso cui l’uomo cade succube della macchina: il filone neogotico.

Scriveva John Ruskin: “Il mondo non può diventare tutto un’officina”. Alle sue concezioni filosofiche devono la popolarità non solo gli artisti del movimento dei Preraffaelliti – l’unica trasposizione pittorica del Decadentismo – ma anche i principali precursori del Fantasy: Lord Dunsany e William Morris.

Citato da Ursula K. Le Guin per la straordinaria influenza sui giovani autori che gli succedettero, elevato ad autore preferito da David Eddings, Edward John Moreton Drax Plunkett – in arte Lord Dunsany – è noto per opere fantastiche e dell’orrore come Gli dèi di Pegana (1905) e La figlia del re degli elfi (1924). L’innovazione di Dunsany consiste nell'ambientazione: per la prima volta viene donata vita a un mondo con una propria genesi, una propria geografia, mitologie e cosmologie definite. Elementi che, assieme all'opera di Edgar Allan Poe, influenzano profondamente un maestro del calibro di Howard Phillips Lovecraft nella creazione dei miti di Cthulhu.

Fan art su Howard P. Lovecraft
Le sue storie di Fantascienza e dell’orrore costituiscono un importantissimo pilastro della letteratura Fantasy e Horror. Lovecraft è stato il portabandiera di una nutrita schiera di scrittori, i quali hanno militato per tutta la prima metà del Novecento nelle riviste pulp americane. Attraverso Weird Tales vedrà la luce il personaggio di Conan il barbaro, protagonista dal 1932 di una serie di racconti e romanzi nati dalla mente dello scrittore statunitense Robert Ervin Howard e di chi, in seguito alla sua morte, continuerà a trattare del guerriero Cimmero attraverso fumetti e racconti, dando vita alla corrente del fantasy eroico.

Il fantasy eroico resta dunque, se non il primo in assoluto, uno tra i filoni principali della narrativa fantastica. Ci catapulta nelle avventure di eroi (alcuni positivi, altri meno, come il cupo spadaccino puritano Solomon Kane di Howard) e delle loro conquiste, in un’ambientazione medievale o pseudo-medievale, mentre le battaglie, prive di armi da fuoco, si elevano a duelli mortali e a scontri quasi sovrumani, simbolo del coraggio e dell’eroicità del protagonista. Una narrativa ibrida, nata dal sovrapporsi di scenari fiabeschi e vicende legate al poema cavalleresco del 1500. 

I critici separano spesso il fantasy eroico dalla narrativa sword and sorcery – caratterizzata da una maggiore presenza di magia, spiriti malvagi e creature della notte, oltre che da una forte tendenza verso racconti ricchi di atmosfere pulp e dal ritmo veloce – ma noi riteniamo si possano fondere in un’unica corrente; e probabilmente non esistono parole migliori di quelle dello scrittore e critico americano Lyon Sprague de Camp per comprenderne la vera essenza: “In mondi del genere, città scintillanti alzavano le loro torri ingioiellate verso le stelle, stregoni mormoravano sinistri malefici in spelonche sotterranee, spiritelli dispettosi saltellavano tra rovine dimenticate, mostri primigeni si aprivano sentieri attraverso giungle dimenticate, e il destino dei reami era in bilico sulle lame rosse di sangue delle spade impugnate da eroi dalla forza e dal coraggio soprannaturali”.

Sono molti gli autori che hanno dedicato il loro impegno al filone del fantasy eroico, e alcuni di loro verranno trattati singolarmente nel prossimo capitolo. A Eric Rücker Eddison viene attribuito il primo vero capolavoro dell'allora nascente forma letteraria: The Worm Ouroboros, datato 1922.

Fritz Leiber esordisce nel 1939 con La gemma nella foresta, primo racconto di una serie le cui storie hanno per protagonisti un barbaro e un piccolo ladro, ex-apprendista di un mago. Avventurieri in un mondo decadente, passano il tempo bevendo, festeggiando, corteggiando, lottando, rubando e giocando d’azzardo, e di rado si fanno scrupoli sui propri datori di lavoro.

Catherine Lucille Moore è stata una scrittrice e sceneggiatrice statunitense. Da giovane lavorava come segretaria presso una banca di Indianapolis e, alla fine della giornata lavorativa, si tratteneva nell'edificio deserto per continuare a scrivere i suoi racconti. Con Il bacio del dio nero (1934), introduce la prima eroina del filone sword and sorcery. 

Karl Edward Wagner è stato un grande stimatore di Howard e, in qualità di editore, ha fatto di tutto per recuperare i migliori autori del periodo pulp statunitense. La sua creazione più originale è stata quella di Kane il Rosso, personaggio fantasy con chiari riferimenti al Caino biblico e descritto come un individuo “in grado di dominare qualsiasi situazione intellettualmente, o di staccare teste se si fosse passati alle mani”.

Definito da Ray Bradbury un “maestro dimenticato”, Henry Kuttner ha influenzato scrittori di fama mondiale attraverso romanzi come Il mondo oscuro (1946). Terry Goodkind è l’autore della voluminosa saga La spada della verità, forse più vicina al fantasy classico e trasposta anche in un’omonima serie televisiva. Anche il romanzo John Carter di Marte di Edgar Rice Burroughs ha uno stile simile allo sword and sorcery, ma l’ambientazione e la razza aliena lo accomunano di più al genere fantascientifico.



Fan art ispirata a John Carter di Marte

Il confine tra le diverse correnti, d’altro canto, è spesso sottile, e occorre soffermarsi sulle caratteristiche prevalenti di ciascuna opera prima di circoscriverla con sicurezza all'interno di un sottogenere. Di quali caratteristiche stiamo parlando? Se per il fantasy eroico non possiamo fare a meno di pensare all'acciaio, alle belle donne, all'immersione nel mito e agli oscuri recessi dietro ai quali si nascondono le sue più minacciose creature, una componente essenziale del Fantasy classico è senza dubbio la creazione del mondo immaginario.

L'idea di incorniciare vicende fantastiche in un contesto storico e geografico del tutto inventato si è diffuso ben presto presso molti autori di lingua inglese. Architetto, poeta, pittore ed editore, William Morris è diventato popolare nell'Ottocento grazie al Paradiso terrestre, un’antologia di poemi racchiusi in un’unica storia che dipinge un gruppo di viaggiatori medievali alla ricerca di una terra promessa, attraverso contrade dove la magia degli antichi è ancora viva e operante. I suoi racconti fantastici, si ipotizza, sono stati di grandi influenza per i due Signori del Fantasy classico: John Ronald Reuel Tolkien e Clive Staples Lewis.

Entrambi inglesi, entrambi professori di Letteratura all'Università di Oxford e grandi esperti di mitologia, Tolkien e Lewis sono stati i principali animatori degli Inklings: un gruppo di intellettuali che amava discutere di poesia e letteratura a cavallo tra le due guerre mondiali.

Gli Inklings
Clive Staples Lewis è famoso soprattutto per Le lettere di Berlicche e i sette libri delle Cronache di Narnia, ma lo scrittore si è dedicato anche ad altre opere. La trilogia dello spazio, a metà tra Fantascienza e Fantasy, racconta le vicende del filologo Elwin Ransom sui pianeti di Malacandra, Perelandra e Thulcandra (Marte, Venere e Terra), dove fa la conoscenza di bizzarri animali intelligenti e parlanti, parla con gli arcangeli protettori dei pianeti e assiste al ritorno di Merlino e delle antiche divinità sulla Terra.

Anche John Ronald Reuel Tolkien, con Lo Hobbit (1937), attinge a piene mani dal repertorio tradizionale, antico e medievale per antagonisti ed eroi, ambientazioni, razze e tematiche (più importante di tutte, l’epica lotta tra bene e male). Ma è soprattutto grazie alla minuziosa costruzione di un universo curato nel dettaglio che il padre del Fantasy è riuscito a colpire al cuore e ad affascinare, intimorire ed emozionare milioni di lettori. Assieme al Silmarillion e al Signore degli anelli, il romanzo forma un vero e proprio ciclo mitologico che narra la storia di Arda, dalla sua divina creazione alla Guerra dell’Anello.


Commenta su Fantasy Magazine Stefano Ferrari: “L’immensa cultura di Tolkien, in materia mitologica e letteraria, gli ha permesso di creare un mondo immaginario che non ha pari in epoca moderna: lo ha popolato, ne ha descritto tradizioni, usi e costumi; ne ha inventato le lingue, ha redatto annali, genealogie e mappe dettagliate. A differenza di altri cicli contemporanei, dove si avverte l’artificialità e, per così dire, la giovinezza dell’universo fantastico in cui si entra, leggendo Lo Hobbit si ha l’impressione che la Contea, Bosco Atro, le Montagne Nebbiose e le creature che vi abitano, esistano da sempre e là continueranno a vivere anche quando avremo smesso di leggere”.

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LE CORRENTI DEL FANTASY - Il Fantasy classico ed eroico (2/2)

Biografia

Alfonso Zarbo si occupa di narrativa fantastica dal 2009. Appassionato di storia, musica metal e serie TV, collabora con Fantasy Magazine ed è stato curatore di antologie e romanzi per la piccola editoria. Ora gestisce il blog e i social network della collana Chrysalide per Mondadori Ragazzi e lavora come consulente sul Trono di spade per la redazione Oscar Mondadori.


5 commenti:

  1. Complimenti per il tuo lavoro Alfonso! Sono Uno studente di accademia di Belle arti che sta preparando la tesi sul genere fantasy, specie se legato al mondo ludico. Volevo chiederti, se non ti disturba, se hai qualche informazione da darmi riguardo il genere fantasy riguardo l'arte! Ti ringrazio in anticipo, a presto! (https://www.facebook.com/GiuseppeGuardino8866)

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  2. Grazie mille, Giuseppe! Spiegami un po' su cos'è la tua tesi: io sono più ferrato sull'editoria, ma mai dire mai! ^_^

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  3. Giuseppe, già questo potrebbe tornarti utile: http://www.amazon.com/Spectrum-21-Best-Contemporary-Fantastic/dp/1933865571

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