giovedì 13 luglio 2023

Angelo Berti. Alla scoperta dell'anima di Ravenna

Angelo Berti è uno degli autori più poliedrici e talentuosi che ho il piacere di rappresentare per la mia nuova agenzia letteraria Controvento. Esce ora, nel giugno 2023, il suo tredicesimo romanzo: Sibyllae, un thriller storico ambientato nella sua Ravenna e che parla a tutti gli effetti della città di Ravenna, della sua anima, della sua storia. Ho avuto l'occasione di intervistarlo in occasione della presentazione di debutto del libro.   


Che cosa ci puoi dire di questa nuova avventura? Qualche curiosità?


Ciao Alfonso, hai detto bene, è una nuova avventura, essendo un genere fuori dalla mia zona di conforto quale è il fantastico! Curiosità? Certamente sì. La più ghiotta riguarda il principale personaggio del libro. Federico Galdi esiste realmente, dotato delle stesse specializzazioni citate nel libro. Mentre pensavo al protagonista e ne tracciavo le caratteristiche, mi sono accorto che erano incarnate già in lui. In pratica mi sono ritrovato con un personaggio già caratterizzato e pronto all’uso.

Per la cronaca, Federico Galdi è un bravissimo autore della casa editrice Plesio. (Altra curiosità: anche la direttrice editoriale, Giordana Gradara, è citata nel libro come se stessa!)

Sei stato finalista al premio Italia con Nonaroth. Qual è il primo ricordo che hai della scrittura, la prima volta che hai immaginato una storia?

Be', con Nonaroth è come se quel premio lo avessi vinto, visto che chi se lo aggiudicò quell’anno è un autore da decine di migliaia di copie vendute più di me. Ma andando ancora più indietro nel tempo, ricordo molto bene l’idea del mio primo romanzo. Forse è meglio definirlo tentativo di romanzo, dato che l’opera è rimasta incompiuta. Scritta in piena adolescenza con una macchina da scrivere di altri tempi. Una Remington dove dovevi battere sui tasti con un martello. Non l’ho mai finito, eppure sarebbe ancora oggi una storia attualissima. Non svelo oltre: non si sa mai che un domani non la voglia riprendere.

Ma la mia prima immaginazione è ancora più antica: risale all’infanzia. Sono sempre stato un sognatore, per questo ho tante storie da raccontare.

Il tuo romanzo, Sibyllae, è ambientato a Ravenna. L'autrice N.K. Jemisin scrive che «Ogni città ha un'anima». Secondo te qual è l'anima di Ravenna?

Mi ricordo di quando ho intervistato Nora K. Jemisin. Molto cordiale e disponibile. E brava. Non so però cosa l’abbia indotta a quella riflessione. Certamente, per quanto riguarda l’anima di Ravenna, la risposta è senza dubbio la sua storia! Radicata nelle sue fondamenta di palafitte già 3600 anni prima della fondazione di Roma. Peccato che molti ravennati invece la diano per scontata e non la capiscano. La sua storia, intendo! Pensa che fino a un paio di decenni fa, in agosto, a Ravenna non trovavi un’attività aperta. Una città con questo patrimonio artistico/culturale e a pochi chilometri dal mare ha sempre avuto una potenzialità turistica impressionante, capita temo troppo tardi.

In questi giorni torna al cinema Indiana Jones. Possiamo ritrovare degli elementi avventurosi anche qui nelle pagine di Sibyllae?

Ti posso citare proprio una fase del libro: «Non sono un indiana Jones delle biblioteche: sono un docente, non un ricercatore!». 

È un thriller, e in verità gioco più sulla tensione che sull’azione, che comunque non manca.

So che essere coerente con i fatti storici è sempre stato molto importante per te. È stato necessario fare una ricerca storica per Sibyllae?


Per scrivere le quasi duecento pagine del romanzo (sì, non è molto lungo, ma ho uno stile di scrittura che poco si presta a testi sopra una certa mole) ho raccolto quasi duecento pagine di documentazione. E per arrivare a queste ho dovuto visionarne almeno il doppio, ma credo siano molte di più. Si prova comunque una soddisfazione enorme, quando trovi collegamenti insperati che ti aprono risvolti di trama coerenti.

Quanto spazio hai dedicato alla verità e quanto all'immaginazione?

Posso risponderti che Sibyllae è tutto storia, ma è anche tutto immaginazione.

Se permetti ti cito un’altra frase del mio libro: “Non è storia, è leggenda macchiata di storia, come tutte quelle storie inserite in contesti reali che fanno sembrare reale anche l’assurdo.”

Io ho una mia filosofia di pensiero sulla scrittura: "Non annoiare mai". Ti ci ritrovi? E quanto influisce sul tuo stile di scrittura?

Caspita, Alfonso, potrebbe essere il mio motto! Il mio stile di scrittura è tutto legato all’azione. Aborro molto l’inutile, anche se a volte sono obbligato a usarlo perché risulta funzionale alla storia, e posso citarti un dialogo tra me e l’editore:

«Se vuoi lo posso allungare, anche di cinquanta pagine, ma sarebbe tutta “fuffa”!».

Ci sono libri che, se dovessi metterci io le mani, da mille pagine le ridurrei a duecento e non perderesti niente della storia. Ma so che ci sono lettori che amano quel tipo di narrazione e li rispetto. Anche io ho cominciato così, poi ho dovuto affinarmi. Ora penso di avere un mio stile, anche se spesso mi hanno (esageratamente) accostato a Joe Abercrombie o George R.R. Martin (che ancora non sono riuscito a trovare il tempo di leggere). 

Ci sono delle regole per scrivere il thriller storico?

Questo è il mio primo cimento nel genere. Non sono in grado di dire se ho seguito delle regole o ho solo messo a frutto le intuizioni che ho colto leggendo molto di altri autori.

Ritengo che sia fondamentale compiere delle ricerche accurate, senza fermarsi alla prima fonte, e solo quando si raggiunge una certa padronanza della Storia, allora puoi permetterti di manipolarla quel poco che risulta funzionale a quanto si sta scrivendo.

Devi essere consapevole di cosa stai modificando, proprio per essere coerente e corretto. In questo caso penso che la prima legge della scrittura sia valida anche in questo caso: scrivere di ciò che si conosce. E per conoscere la storia, bisogna studiarla, non solo leggerla.

Glenn Cooper. Dan Brown. Clive Cussler. Marcello Simoni. C'è un autore in particolare che ti ha ispirato per Sibyllae?


Ho conosciuto Marcello Simoni, e proprio parlando con lui mi ha iniziato all’approccio corretto per questo genere di romanzi. Specificatamente per Sibyllae, certamente Dan Brown. Non perché lo apprezzi particolarmente ma perché la struttura del Codice da Vinci si adattava molto alla storia di Sibylla. Ma non direi che si trattasse proprio di ispirazione, quanto di motivazioni puramente tecniche.

Lambda e Plesio Editore, entrambi diretti da Giordana Gradara, incominciano a vantare una produzione estesa e sempre più interessante. Ci consiglieresti alcuni loro titoli?


La produzione di Plesio/Lambda è eterogenea e raccoglie molti generi. Plesio, all’interno del fantasy, ha il coraggio di osare su testi che potrebbero essere considerati anche sperimentali. Senza però trascurare le narrazioni classiche. Mi piacciono di Giordana la passione, la competenza e la serietà e il fatto di avere voluto mantenere il marchio Plesio legato solo alla narrativa fantastica. Lambda è nata proprio dall’esigenza di volere distinguere il lavoro fatto sul marchio Plesio. Di fatto, Lambda è una collana mainstream, aperta a quasi tutti i generi. Devi sapere che personalmente sono restio a indicare testi in generale. Posso dirti quelli che ho letto e che mi sono piaciuti, ma consigliare proprio no. Ognuno ha i suoi gusti di lettura e non sempre coincidono con i miei, per cui posso dirti che tutti i titoli di Plesio/Lambda hanno i loro lettori. Andate sul loro sito e scopriteli. Qualcosa che vi piace c’è sicuramente.

Puoi acquistare Sibyllae qui!

La trama: uno strano uomo ha ingaggiato Federico Galdi per rintracciare cinque misteriosi incunaboli. Ma perché disturbare un professore di storia per dei testi consultabili online? Che segreto celano quei libri? Mentre cerca di destreggiarsi tra enigmi e leggende a cui per primo non crede, alla ricerca del legame tra una rosa e il Mausoleo di Teodorico, il docente metterà a repentaglio la sua vita per proteggere una verità troppo grande per essere rivelata.

Angelo Berti è nato a Cortemaggiore nel 1963. Vive a Ravenna. Ha pubblicato tredici romanzi e diversi racconti, e nel 2018 è arrivato in finale al Premio Italia con il romanzo Nonaroth. È stato direttore del blog Fantasy Planet di La Corte Editore. Tante le sue interviste sui blog di settore agli autori più rappresentativi del fantastico (Terry Brooks, Nora K. Jemisin, Licia Troisi, Jonathan Carrol...).

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