Quattro massime dal «Maestro italiano dell'Apocalisse» Sergio Alan D. Altieri, dove scrittura e sceneggiatura si fondono:
Narrare è come un virus, o se vogliamo una «possessione», di natura positiva, è chiaro. Al tempo stesso è anche un procedimento mentale di calcolo e di premeditazione. La «macchina dell’intreccio» DEVE funzionare.
L’obiettivo di una storia d’azione è afferrare il lettore e dargli il desiderio di «vedere come va a finire». In questo senso, la regola primaria viene da Alfred Hitchcock, l’uomo che probabilmente è stato il più grande maestro del suspense di tutti i tempi. Questa regola è «fare SEMPRE accadere qualcosa».
Cerco di rendere i miei protagonisti quanto più controversi e tormentati possibile. Tutti loro si portano dietro una qualche nemesi interna, oppure la pietra sul cuore generata da un qualche evento traumatico nel loro passato.
Il grande regista David Cronenberg m’insegnò che «la voce fuori campo è solo un trucco per tentare di spiegare qualcosa che non si riesce a spiegare con le immagini». A tutti gli effetti, lo sceneggiatore DEVE riuscire a trasmettere ciò che passa per la testa dei suoi personaggi solo attraverso i gesti e i dialoghi.
Il materiale che ho scelto è stato estrapolato da Intervista al Cacciatore di Apocalissi - Carmilla on line e Intervista a Alan D. Altieri | Contorni di Noir, a cui vi rimando per le interviste complete.
ALAN D. ALTIERI è vissuto molti anni a Los Angeles, lavorando per il cinema come sceneggiatore. Nel 1997 ha collaborato a La Uno bianca e ha vinto il Premio Scerbanenco con il thriller bellico Kondor. Ma sono tantissimi i libri del «Maestro italiano dell'Apocalisse»: tra i più memorabili non possono mancare anche Città oscura, Città di ombre, Ultima luce, i tre romanzi della saga storica Magdeburg e quelli dedicati allo «Sniper» Russell Brendan Kane. Ha tradotto il meglio di H.P Lovecraft e George R.R. Martin. Per Mondadori, è stato direttore editoriale delle collane I Gialli, Urania e Segretissimo.
( © Alfonso Zarbo: consulente Oscar Mondadori, editor, social manager)
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